Giappone
2014
“Il
viaggio della vita”
Credo che chiunque sia cresciuto tra una
Kamehameha, un Rasengan, il sogno di mangiare un Frutto del Diavolo e acquisire
poteri unici, o per i più grandicelli, con Tigerman, Goldrake o Ken, abbia
desiderato di andare nel paese del Sol levante almeno una volta.
E augurandovi di poterci andare il prima possibile
spero di farvi viaggiare nel frattempo con l’immaginazione tramite questo mio diario
di viaggio.
Quella che sto per raccontarvi è la mia seconda
esperienza di viaggio in Giappone e tralascerò la prima in quanto, in
quest’ultima sono riuscito a percepire meglio “l’anima” del Giappone (nel primo
viaggio ero talmente carico che mi sarebbe sembrato splendido anche rompermi un
braccio cadendo dalle scale :D).
Giorno
1: L’arrivo in Giappone!
Come ogni viaggio che si rispetti il mio è
iniziato il giorno prima della partenza, datata al 28/12, a causa della troppa
impazienza di tornare nel paese che amo e la necessità di aumentare la mia MMR
su League of Legends.
Il 28 dunque sveglia alle 7 con appena 3 ore di
sonno (maledetto LoL….), partenza da Bologna, scalo a Francoforte e poi diretto
per Tokyo.
Il viaggio è lungo ed anche un po’ pesante, ma
attrezzato di 2 Nintendo 3DS (1 mio, 1 della mia morosa), un validissimo Zelda:
Link Between World e uno straordinario
Bravely Default intervallati da un bel Lo Hobbit e un altrettanto valido
Pacific Rim, l’ho vissuto piacevolmente.
Dopo circa 13 ore di viaggio, eccolo, l’aeroporto
di Narita (40 min. circa da Tokyo).
Svolte le questioni burocratiche mi precipito a
fare il Japan Rail Pass (abbonamento molto conveniente per turisti che devono
girare molto con treni).
Ci accomodiamo nel pulito e comodo N’EX (treno che
percorre la tratta Narita-Tokyo) e una volta arrivati a Tokyo cambiamo subito
treno prendendo il treno proiettile per Osaka.
Dopo “sole” 4h ½ di viaggio eccoci a destinazione!
Subito ci scontriamo con uno dei problemi del
Giappone: l’orientamento.
Non si orientano nemmeno loro! E dopo 30 minuti di
camminar noi dolce in quel traffico, a
spasso per vie a caso, battuti dalla rassegnazione, chiediamo aiuto ad una
coppia.
È stato facile: ci hanno direttamente portato ai
piedi dell’hotel!
Neanche il tempo di appoggiare le valigie e uno dei miei amici/guida è di sotto pronto ad
accompagnarci attraverso le vie di Osaka!
Come
prima tappa ci accompagna all’Umeda Sky Building
costruzione che lascia senza parole, non so
l’architetto come abbia potuto pensare una costruzione simile… WOW.
Il mio amico e sua moglie decidono di portarci
fino in cima all’Umeda (offrendo per tutti noi, eravamo in 6 con loro 2) in
modo tale da poter cogliere la grandezza di Osaka a 360°.
Finito di visitare l’Umeda decidiamo di andare a
mangiare qualcosa tutti insieme, troviamo dunque un ristorante piccolo ma
accogliente dove poter consumare il nostro primo pasto nipponico in un
ristorante.
Finita la
cena, con ancora le sole 3 ore di sonno sulle spalle per me, decidiamo di
andare a vedere un impianto dove una combinazione di luci creava paesaggi,
animali e fiori,
con infine uno
spettacolo musico/visivo e show in 3D proiettato sul castello di Osaka
Un ultimo giro in macchina per assaporare Osaka by
night e già ricordo, dopo appena un giorno in Giappone, il perché io ami questo
paese.
Giorno
2: “Squali balena e Kyoto”
Appena svegli ci indirizziamo alla stazione:
destinazione acquario di Osaka.
Per descrivere l’acquario di Osaka ho scelto
alcune foto, in quanto credo che rendano meglio delle parole
Ad ogni modo posso dire con orgoglio italiano che
ho preferito l’acquario di Genova visitato di recente, anche se granchi grossi
quanto un Gundam
e il famigerato squalo balena mi hanno lasciato
stupefatto.
Terminata la piacevole gita ci dirigiamo all’hotel,
valigie e partenza per Kyoto, dove all’arrivo ci concediamo la cena in un
ottimo ristorante consigliato da un amico.
Giorno
3: “Kyoto”
Abbiamo utilizzato il primo giorno a Kyoto per
girare il centro, dove abbiamo mangiato dell’ottimo ramen e dove abbiamo
comprato un paio di souvenir.
Finito di pranzare decidiamo di incamminarci per
il quartiere di Gion (vi ricorda nulla il nome???).
Esatto! Il quartiere dove è ambientato,
ovviamente, “Memorie di una Geisha”.
Ahimé non siamo riusciti ad ammirare alcuna
geisha, siccome escono nelle ore serali più che altro, ma abbiamo comunque
potuto apprezzare scorci di un quartiere che ti catapulta dentro al Giappone
tradizionale.
Il terzo giorno coincideva con il capodanno, per
cui abbiamo cercato qualcosa diverso dal solito.
Finita la cena siamo andati alla ricerca di un
tempio, dove alcuni monaci avrebbero dovuto suonare una campana sacra per augurare il “buon anno”.
Alle 00.01 io ero collassato, per cui dopo
mezz’ora di silenzio decidiamo di incamminarci verso l’hotel, visto che di
rintocchi non se ne erano sentiti affatto.
Giorno
4: “D:”
Il titolo al giorno l’ho scelto tale perché niente
potrebbe esprimere meglio questo giornata, se non la mia preferita sicuramente
tra le prime.
La
mattinata inizia con la visita al quartiere di Arashiyama, che come potrete
vedere dalle foto è un sentiero completamente murato da alberi di bambù,
i cui bivi sfociano, oltre che a numerosi luoghi di
culto, in una zona residenziale molto curata.
Non pienamente realizzati dalla mattinata, decidiamo
di dedicare il pomeriggio al Kinkaku-ji (templio dorato). Metto il Kinkaku-ji
senza dubbio alcuno al primo posto per quanto riguarda i luoghi di culto:
maestoso, mantenuto divinamente con un panorama mozzafiato e D’ORO.
Giorno
5: “Giardini imperiali aspettando Tokyo”
Il 5° giorno è l’ultimo passato a Kyoto, e come
meta finale abbiamo deciso di visitare il giardino imperiale.
Il parco imperiale
sinceramente mi ha un po’deluso. Per carità, è enorme
e sicuramente molto ben curato, ma l’ho trovato spoglio (forse mi han tradito
gli stradoni di sassolini che lo caratterizzano) e ovviamente non poter entrare
dentro le mura del palazzo mi ha lasciato l’amaro in bocca (come quando
incontri un Abra Shiny e poof, sparisce^^).
Al pomeriggio si parte per Tokyo!
Arrivati a destinazione ci dirigiamo in hotel per
un po’ di meritato riposo, ed arrivata ora di cena devo incontrarmi con un
ragazzo conosciuto l’anno prima sempre a Tokyo, ovviamente a Shibuya di fronte
alla oramai famosissima statua di Hachiko!
Per cena avevo chiesto al mio amico di prenotare
in un ristorante che adoro terribilmente in cui ero stato l’anno prima: la sua
caratteristica è che ordini da mangiare e te lo cucini sulla piastra come preferisci
:Q__________.
Finita l’ottima cena salutiamo, ringraziamo il mio
amico (che ha voluto pagare la cena alla mia morosa a tutti i costi) e ci
dirigiamo verso l’hotel.
Ci tengo a dilungarmi un attimo su un paio di
cose: la prima è che ho adorato il fatto che in 2 giorni siamo potuti passare
dal Kinkaku ed Arashiyama alla modernità di Tokyo. Questo è un altro punto
chiave del Giappone: i contrasti che si notano in questo paese e nei suoi
abitanti (si passa da un tempio ad un centro commerciale, e passeggiando si
possono notare donne in kimono mescolate a ragazze seminude, per fare qualche esempio).
La seconda sono gli Hotel. Per Kyoto abbiamo
deciso di provare la stanza tradizionale per cui
non mi ci soffermerò, ma ad Osaka e a Tokyo appena entrato ho pensato: cazzo è
un tetris! Stanze pulitissime e carinissime sul serio, però o mi spostavo io o
si spostava la valigia…
Giorno
6: “Imprevisti”
Come è giusto che sia, per mettere un po’ di pepe
alla vacanza, ci è capitata una disavventura
che però, per fortuna, non ci ha abbattuti e che abbiamo gestito bene.
Ci siamo svegliati la mattina ed il programma prevedeva
la gita a Nikko (meta che consiglio vivamente di visitare), ma, una volta arrivati
alla stazione di Asakusa, abbiamo capito che bisognava partire molto prima o
sarebbe stato un viaggio inutile, avendo solo 1 ora da poter utilizzare.
Decidiamo dunque di partire la mattina successiva
e di dedicare la giornata a visitare Asakusa.
Dopo aver visitato il tempio
e mangiato porcherie ogni 10 minuti, facciamo un
giro per le vie di questo quartiere.
Nel passeggio vediamo un negozio che faceva
caricature e decidiamo dunque di farcene fare una. Contenti di esserci svenati
(una caricatura “solo 60€), decidiamo di incamminarci per l’hotel.
E qui, sulla via del ritorno, una visione (soprattutto
per la mia morosa): un Neko-café
Per chi non lo sapesse, i Neko-café sono dei bar
nei quali i gatti ( neko in giapponese significa gatto^^) vengono tenuti liberi
affinché si possa giocare liberamente con loro e coccolarli :3 (sempre comunque
secondo determinate regole affisse all’ingresso).
Ahimè la serata si è conclusa con una vera
delusione: un ristorante pessimo.
L’unico ristorante dal quale veramente sono uscito
deluso… speso molto, mangiato poco e male…
Giorno
7: “Nuovi amici”
Il settimo giorno mi ero organizzato con alcuni
ragazzi (amici di amici) di Yokohama.
Prima meta e luogo di incontro, Kamakura,
luogo di culto molto frequentato soprattutto nei
primi giorni dell’anno.
Arrivati al templio decidiamo di farci predire il
nostro anno da Buddha……… Grazie Buddha speravo che almeno tu mi amassi…. Anno
pessimo e figlio in arrivo… Cercherò ancora una volta un nuovo Dio, ahah.
Finita la gita a Kamakura ci dirigiamo a Yokohama.
Piena di vita e colori, ho molto apprezzato
Yokohama, sicuramente aiutata dall’ottima compagnia di questi ragazzi veramente
eccezionali.
Pranzo in
un izakaya (simile a un’osteria, si mangia discretamente a prezzi modici) e non
appena riempiti gli stomaci decidiamo di andare a spendere qualche buona ora in
delle folkloristiche sale-giochi. Dico solo GIOCHI HORROR IN 3D… E qui ho detto
tutto
Trascorse alcune ore videoludiche durante le quali
abbiamo vinto un Mr. Potato e un procioncino figo in un gioco tipo ruota della
fortuna, andiamo in un bar a riposare e a imparare parolacce in giapponese.
Decidiamo di trattenerci ancora a Yokohama per
cena visto che ci stavamo divertendo e che la compagnia era piacevolissima, e
ci portano in un’altra izakaya sempre ottima.
Purtroppo finita la cena era terminato anche il
nostro tempo a disposizione e ci siamo dovuti separare anche se per me è stato
un arrivederci: ragazzi mi mancateeeee.
Giorno
8: “Nikko”
Finalmente la tanto agognata Nikko.
Semplicemente unica: natura, storia e religione si
fondono alla perfezione.
Templi in
cima alle montagne, strutture mantenute ancora bene, giardini giapponesi,
musiche e tanto altro ancora rendono Nikko una delle mie mete preferite in
entrambi i miei viaggi (anche se c’ero già stato sono voluto tornarci con la
morosa per farle visitare questa città).
Come arriviamo a Nikko ci dirigiamo verso i templi e
subito siamo alla biglietteria. Di fronte c’è un giardino in stile giapponese e
decidiamo dunque di andare a vederlo
essendo inoltre incluso nell’ingresso un piccolo
museo dove vi sono i ritratti degli Shogun. Unica pecca di Nikko è che stanno
ristrutturando il complesso centrale che sarà pronto per il 2030.
Entriamo comunque nella struttura per vedere gli
interni e dirigerci dall’uscita verso gli altri templi (Nikko è infatti come un
alveare di santuari: sono tutti molto vicini se non addirittura attaccati).
Tra le
attrattive di Nikko troviamo, oltre agli innumerevoli templi, le 3 famose
scimmiette “non vedo, non sento, non parlo” e il nemui-neko (il gatto
dormiente)
Finito di visitare i vari templi andiamo a fare un
po’ di compere (a Nikko ho sempre trovato ottimi dolcetti^^), per poi tornare a
casa.
Sono soddisfatto di essere riuscito a portare la
mia morosa a Nikko, in quanto le è piaciuta molto e anche perché Nikko è una
meta d’obbligo per chi va in Giappone, a mio avviso.
Giorno
9:”Altre amicizie”
Ebbene sì, come si intuisce dal titolo ho potuto fare
altre amicizie: questa volta la nostra accompagnatrice, di nome Hazuki, era di
Chiba (a ben 1 ora da Tokyo in treno!).
Ci accordiamo per trovarci ad Akihabara (quartiere
Nerd per eccellenza).
Ad Akihabara abbiamo avuto modo di vedere molte
action figures, gadget di qualsiasi genere, pubblicità di anime, manga, games:
un paradiso, praticamente! Cover per smartphone (solo gli ultimi modelli,
quelli vecchi non li caga nessuno là) da far cadere la mandibola a terra, sigle
di anime dentro i locali. Immaginatevi di essere a mangiare un ramen e BOOOOM
parte la sigla di Shingeki no kyojin (la sigla più in voga la al momento):
cazzo, come si fa a non essere carichi?!
Dopo Akihabara ci dirigiamo verso lo Yoyogi Park,
parco famoso a Tokyo oltre che per la sua bellezza
anche per le attrazioni umane (gente che balla, tizi che fanno giochi con le
palle #nodoppisensiplease o che fanno ninjutsu, etc etc).
Vicino allo Yoyogi Park c’è Harajuku, quartiere
famoso per lo shopping.
Decidiamo dunque di incamminarci verso Harajuku
dove abbiamo visto vestiti veramente unici (in Italia sarebbe impossibile
portarli, ma anche là è molto dura) e abbiamo mangiato gustosissime crepes (là
le farciscono in maniera insolita, dentro ci infilano di tutto :D).
Finita la passeggiata ad Harajuku è il momento di
Shibuiya, il cuore pulsante di Tokyo.
L’incrocio più trafficato al mondo pieno di
schermi giganti, led, la statua di Hachiko, commesse che urlano e negozi,
negozi e ancora negozi di ogni tipo.
Il nostro
giro per Shibuya parte proprio fotografando la statua di Hachiko
(per chi non sapesse la storia di Hachiko, anche
se spero nessuno, consiglio di andare a informarsi), per poi andare nei negozi
dello Shibuya109 (prima l’edificio esclusivamente per uomini, poi quello per donne).
Nel Shibuya109Man devo dire di aver trovato
abbigliamento che a me piaceva molto, unica pecca? Le taglie! Per un ragazzo di
190 cm e un po’ largo di spalle è difficile trovare la propria taglia!
Nel Shibuya109Woman invece sembravano tutte
impazzite, commesse che gridano come se stessero per essere uccise: non alcune,
TUTTE.
Ragazze che entrano ed escono dai negozi di
continuo, di continuo!
Un trauma, la visita al 109 per donne.
Finito il giro nel centro dello shopping sfrenato,
e dopo un caffé pure buono in un bar andiamo a cena tutti insieme per poi darci
l’arrivederci al giorno dopo.
Giorno
10: “ Ultimo tango a Tokyo”
Ho deciso di dare questo titolo all’ultimo giorno
in quanto questo sarà l’ultimo vissuto appieno in Giappone. Decidiamo di
dedicarlo all’acquisto sfrenato di regalini e cibo :D
Partenza dello shopping tour dallo Sky Tree.
Immenso, monumentale (SIBARITICO?!?!?!).
Lo Sky Tree, solo a guardarlo dal basso verso la
cima ti fa venire le vertigini.
Una delle strutture più alte del mondo, peccato
che per salire bisogna pagare, e non poco.
Alla base dello Sky Tree
( La foto l’ho scelta da lontano, molto lontano,
potete dunque ben capire la grandezza!)
vi sono negozi di cibo, vestiti, libri, accessori,
tutto!
Perdiamo dunque tutta la mattinata a girare per
negozi o ad assaporare prelibatezze, dopo pranzo ci dirigiamo verso Shibuya per
concludere gli acquisti.
Prima di cena decidiamo di fare un salto a Ginza,
il quartiere dell’alta moda e del Kabukiza (teatro dedicato appunto al Kabuki).
Ginza, a parte il teatro, non mi ha affascinato
particolarmente: l’alta moda italiana la si trova benissimo in Italia :D.
La sera per cena la mia amica aveva prenotato in
un’izakaya veramente ottima! Molto ben arredata e con piatti particolari ma sublimi!
Arrivati alla fine della giornata, con rammarico,
dobbiamo salutare sia la mia ultima amica che incontrerò, sia l’ultima notte in
Giappone.
Giorno
11: “Arrivederci Giappone!”
Purtroppo anche questo mio viaggio in Giappone
volge al termine.
C’è poco da raccontare a dire il vero dell’ultimo
giorno, ci siamo preparati per partire e di conseguenza ci siamo incamminati in
stazione per prendere il Narita Express per andare in aeroporto.
L’unica avventura che si può raccontare è il
momento in cui tu senti partire l’aereo, lo senti alzarsi, guardi fuori e lì
vedi Tokyo.
Un senso di nostalgia, tristezza e felicità
insieme mi scombussola la testa.
Solo una cosa rimane da fare, salutare il paese
più bello del mondo!
Arrivederci Giappone!
Considerazioni finali:
In questo viaggio ho avuto modo di apprendere
molte più cose rispetto al primo.
Ho parlato con molta più gente e con persone di
più ceti sociali.
Ho avuto modo di capire come mai per diversi
Giapponesi vivere in Giappone non sia così semplice.
Sicuramente se non amate la folla mentre
camminate, se non amate la rigidità lavorativa (chiedere le ferie in Giappone è
disonorevole, anzi la gente non le chiede perché teme il loro BOSS), se non
amate l’obbligo della puntualità, della pulizia e del rispetto reciproco… NON FA PER VOI.
Il Giappone inoltre è un paese diffidente nei
confronti dei Gaijin (non Giapponesi), e parlare bene la lingua non vi basterà
dunque ad avere vita facile.
Il Giappone però è anche un paese meritocratico,
dove tutto (o quasi) va come dovrebbe andare nel tempo in cui dovrebbe
accadere.
Gli amici sono molto disponibili ad aiutarti in
ogni modo.
Il cibo (però è un parere soggettivo) è molto
buono e più vario di quel che si crede.
E’ completamente un altro mondo: in conclusione
chiunque pensi di voler andare a vivere in Giappone pensi prima anche ai contro
che ha il Sol Levante, poi decida.
Io, potessi, farei un tentativo. :P.
Un ringraziamento speciale a Gabriele Bonaccorsi
che mi ha concesso l’utilizzo del suo blog come vetrina e al mio amico Stefano
Zappi per aver redatto e corretto il mio diario!
FOTO A CASO!!!!
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Io questo simbolo l’ho già visto! Voi? Era in un templio! |
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Gente in giro a caso per farsi fotografare! |
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Carpe Koi! |
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WTF? |
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Due Shiba-inu in “abito” tradizionale!
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